La disbiosi intestinale e la nutrizione


Gli alimenti ricchi di proteo-tossine, come glutine, caseina e zeina (proteina dei cereali e del mais), contribuiscono notevolmente all’alterazione della composizione e della funzione del microbiota gastrointestinale (disbiosi), con notevoli ripercussioni sulle funzioni di barriera della mucosa intestinale.
Circa il 75% del cibo nella dieta occidentale ha effetti benefici limitati o nulli sulla flora batterica nell’intestino inferiore. La maggior parte, infatti, (compresi i carboidrati raffinati) viene già assorbito nella parte superiore del tratto GI, e quello eventualmente raggiunge l’intestino crasso è di valore limitato, in quanto contiene solo piccole quantità di minerali, vitamine e altri nutrienti necessari per il mantenimento del microbioma.
La conseguenza di tutto questo è che il microbiota degli esseri umani moderni si riduce notevolmente, sia in termini di numero, sia di differenza delle specie presenti, rispetto a ciò che si verificava con la dieta dei nostri antenati paleolitici. La nutrizione artificiale rappresenta l’unica alternativa disponibile per la cura di questi malati. I trattamenti includono ventilazione artificiale, nutrizione artificiale, misure igieniche, uso di cateteri, uso frequente di prodotti farmaceutici, che sono tutti noti per danneggiare gravemente il microbioma.
I tentativi di ricostituire un microbioma normale con i probiotici sono spesso vani in quanto sono quasi sempre effettuati come complemento – e non come alternativa ai – sistemi di trattamento esistenti, in particolare quelli a base di antibiotici, ma anche di altri prodotti farmaceutici. Tutto questo in sintesi si discute in un’eccellente revisione centrata sulla nutrizione nelle patologie che necessitano ospedalizzazione e trattamenti intensivi sistemici.



- Disordini gastrointestinaliI disordini gastrointestinali riguardano l’apparato digerente e sono strettamente correlati agli aspetti quali e quantitativi dell’alimentazione.