L’obesità modifica il cervello!


Questo è quanto, nella sostanza, è stato dimostrato su animali da esperimento (ratti), sottoposti nelle prime settimane di vita a una dieta a elevato contenuto di grassi. I ratti hanno dimostrato, già dopo solo 15 settimane di dieta ricca di grassi, i primi deficit dell’apprendimento.
E quando gli stessi animali erano ormai fuori dal periodo della dieta ricca di grassi, a 61 settimane di vita, e avevano ripreso le normali caratteristiche metaboliche, si sono confermati i gravi deficit di apprendimento e del consolidamento della memoria a lungo termine. Gli autori ritengono che già a 15 settimane dall’insorgenza di obesità e insulino-resistenza, si possano osservare modificazioni epigenetiche (nel DNA espresso nei tessuti cerebrali) irreversibili nel cervello che persistono dopo ripristino della normale omeostasi metabolica, con conseguenti disfunzioni cerebrali durante l’invecchiamento.
In altri termini, l’obesità che insorge nei primi anni di vita lascia segni irreversibili nel cervello. Se, ciò che è stato dimostrato nei ratti di laboratorio, si confermerà anche nell’uomo, l’obesità infantile potrebbe essere uno dei fattori di rischio sui quali intervenire per la prevenzione del deterioramento cognitivo dell’anziano.



- Sovrappeso in pediatriaSovrappeso e obesità in età pediatrica sono determinati da uno stile di vita sedentario e scarsa educazione alimentare, insieme a fattori genetici e a...