Un nuovo indice di obesità?


Un ampio studio retrospettivo ha indagato se il rapporto grasso/ossa possa affinare la diagnosi di obesità. Il BMI è una misura che può non essere perfetta: la forma del corpo, la distribuzione del grasso, e la composizione corporea possono essere diverse a parità di BMI.
Il rapporto grasso/ossa sembra un parametro “promettente”.
I risultati dello studio sono stati presentati all’American Roentgen Ray Society 2016 Annual Meeting.
Lo studio
I ricercatori hanno misurato lo spessore del tessuto molle sopra le articolazioni dell’acromion in entrambe le spalle, e poi diviso per il diametro della clavicola. I dati sono stati ottenuti da oltre 2700 radiografie.
Il rapporto grasso/osso è stato poi confrontato con il BMI per vedere se c’erano differenze significative per età, sesso o di rischio di morbilità del paziente.
Il rapporto grasso/ossa e il BMI sono risultati entrambi significativamente associati con ipertensione, diabete, iperlipidemia, apnea ostruttiva del sonno e osteoartrite. Le relazioni tra grasso/ossa e condizioni cliniche dovute all’obesità (aterosclerosi, malattia coronarica, infarto, malattia vascolare periferica) sono stati significativi, mentre le stesse relazioni non lo erano con il BMI.
Il BMI non discrimina bene tra i pazienti obesi quelli con grasso distribuito principalmente attorno al torace o all’addome (a mela) e con grasso distribuito principalmente sui fianchi (a pera).
Tuttavia, le misurazioni dei tessuti molli nella articolazione acromio-clavicolare correlano bene con una “distribuzione a mela” di FM e FFM.
In termini di composizione corporea, una persona con un BMI di 30 kg/m² è considerata obesa, indipendentemente dalla quantità di muscolo o massa grassa. In realtà un soggetto muscoloso non ha lo stesso rischio per le comorbidità associate con l’obesità di un soggetto con massa grassa in eccesso.
Significato clinico
Sono ancora da identificare i valori soglia di questo rapporto, ma potrebbe costituire un altro parametro per identificare i pazienti a rischio più alto.
Una tecnica per la valutazione approfondita della composizione corporea in maniera non invasiva è la bioimpedenza: è una tecnica non invasiva che rileva in pochi secondi la resistenza, opposta dall’organismo, al passaggio di una corrente elettrica. La corrente è trasmessa da elettrodi in gel posti sulla mano e sul piede. Il paziente è sdraiato in posizione supina, è a digiuno e rilassato.
Nella pratica ambulatoriale, il maggiore interesse clinico è rivolto all’analisi di tre compartimenti corporei
FM: fat mass- massa grassa
FFM: fat free mass- massa magra
TBW: total body water – acqua corporea
in quanto la loro diversa distribuzione può influenzare la morbilità e la mortalità, o alterare l’efficacia dei farmaci, o limitare la capacità di resistenza dell’organismo allo stress, al freddo ed al digiuno.
L’impedenziometria è la metodica più impiegata a livello ambulatoriale perché in grado di stimare tutti e tre i compartimenti.
DS Medica ha recentemente messo a disposizione dei nutrizionisti l’impedenzimetro Human im touch, tecnologia all’avanguardia nell’analisi della composizione corporea: ergonomico, Human im touch conferisce un ulteriore impulso alle potenzialità operative consentendo di lavorare in modalità Stand Alone. Guidato da una pratica interfaccia touch multifunzione, si potranno eseguire i test, conservarne i dati, verificarne i risultati e avvalersi della pratica rappresentazione grafica che ne facilita l’interpretazione.
I dati potranno essere richiamati in qualunque momento anche senza l’ausilio del PC.



- L'impedenziometriaL’impedenziometria analizza la composizione corporea grazie alla rilevazione della resistenza opposta dal corpo al passaggio di una corrente elettrica...