Emicrania, quale legame con il microbioma e l’alimentazione?

Uno studio
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Anche l’emicrania ha a che fare con il microbioma orale, l’insieme dei batteri presenti nella bocca? Chi soffre di questa forma di mal di testa presenterebbe un microbioma diverso rispetto alle persone che invece non ne sono colpite.
A riscontrarlo un gruppo di ricercatori della University of California San Diego (Stati Uniti) in uno studio che però non è andato al di là di questa semplice associazione: resta da dimostrare se questa particolare composizione del microbioma sia causa dell’emicrania, ne sia invece risultato o se questi batteri sono indirettamente associati al mal di testa in un altro modo.

Del rapporto tra alimentazione e mal di testa, invece, qualcosa in più si sa. Ci sono infatti alcuni alimenti che in alcuni pazienti emicranici possono indurre mal di testa. Lo ricordano gli stessi ricercatori americani. Il cioccolato, il vino e i cibi che contengono nitrati sono responsabili di questi attacchi. I nitrati sono presenti in cibi come la carne processata o la verdura a foglia verde ma anche in alcuni medicinali, riferisce l’università. I nitrati possono essere ridotti in nitriti dai batteri presenti in bocca. Circolando nel sangue, i nitriti possono essere convertiti sotto alcune condizioni in ossido nitrico. Questa sostanza può beneficiare la salute cardiovascolare migliorando ad esempio la circolazione e riducendo la pressione. Tuttavia – sottolineano i ricercatori – 4 pazienti su 5 che assumono farmaci con nitrati riferiscono forti mal di testa come effetto collaterale.

In Italia ci sono circa 7 milioni di persone affette da emicrania

Per la ricerca pubblicata su mSystems il team ha analizzato i batteri trovati in 172 campioni orali e poco meno di 2mila campioni fecali di pazienti in salute. Questi hanno auto-riferito le caratteristiche degli attacchi di mal di testa. Dall’analisi è emersa nei pazienti emicranici un’aumentata presenza di geni che codificano gli enzimi associati al metabolismo dei nitrati. I batteriche riducono i nitrati sono rinvenuti nel cavo orale e potrebbero avere una connessione con l’emicrania, è la conclusione dei ricercatori.

«L’indicazione che emerge dallo studio, ovvero che già dalla bocca, con la presenza di certe specie batteriche, possano scaturire gli input dell’emicrania, è certamente molto interessante. Non dimentichiamo che l’ossido nitrico è un noto vasodilatatore coinvolto anche nella trasmissione degli impulsi nel sistema nervoso centrale: un attacco di emicraniapresuppone che ci sia l’alterazione di sostanze che hanno come bersaglio i vasi sanguigni, proprio come l’ossido nitrico», dice il dottor Vincenzo Tullo, specialista neurologo e responsabile dell’ambulatorio sulle cefalee di Humanitas.

«Nei soggetti colpiti, circa 7 milioni in Italia, il mal di testa – nella sua forma più impattante sulla qualità di vita – può esplodere a seguito dell’esposizione a diversi fattori dallo stress alle emozioni positive o negative, dalle variazioni meteorologiche agli sforzi fisici. Anche l’ingestione di cibi contenenti sostanze come il glutammato di sodio e i nitrati possono dunque causare dolore in chi soffre di emicrania: l’alimentazione è uno dei suoi trigger, ovvero uno degli elementi che possono scatenare una crisi».

Come prevenire l’emicrania?

«Il soggetto emicranico per gestire al meglio la patologia deve saper riconoscere quali fattori sono specificamente collegati al proprio mal di testa prestando attenzione a un rapporto di tipo causa/effetto fra trigger e dolore. Così potrà utilizzare in maniera opportuna i farmaci, ed evitarne l’abuso, e collaborare con lo specialista. Se guardiamo alla dieta, il soggetto emicranico potrà annotare in un diario gli alimenti che, ingeriti, dopo circa un’ora scatenano gli attacchi. Tra questi il vino e i liquori, il cioccolato, i formaggi e la frutta secca; il dado da brodo, i cibi pronti e i piatti della cucina cinese ricchi di glutammato; gli insaccati ricchi di nitrato, i cibi grassi come i fritti o le bevande contenenti caffeina. Meglio privilegiare una dieta ricca di frutta e verdura fresche, legumi, pesce fresco e carne bianca», conclude lo specialista.

Bibliografia :
Fonti :

mer 9 novembre 2016
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