Macronutrienti e obesità

Una revisione degli studi scientifici
macronutrienti e obesità

La resistenza all’insulina spesso si associa all’obesità ed è un precursore di una serie di altre malattie (p. es., Malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2).
Una recente review discute il ruolo dei carboidrati, dei grassi e delle proteine dalla dieta per la salute metabolica.

La revisione

L’obesità come causa del consumo eccessivo di calorie è aumentata a proporzioni epidemiche. La resistenza all’insulina è spesso associata a una maggiore adiposità ed è un fattore precipitante nello sviluppo di malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e salute metabolica alterata.

Tra i vari fattori che contribuiscono alle alterazioni metaboliche, la nutrizione è il principale fattore modificabile. Migliorare la alimentazione può contrastare la crescente prevalenza di obesità e malattie metaboliche.

Tuttavia, la composizione dei macronutrienti di una “dieta sana” nutrizionalmente bilanciata non è chiara e, finora, nessun intervento dietetico testato ha avuto successo nel raggiungere la compliance a lungo termine, le riduzioni del peso corporeo e gli effetti benefici sulla salute associati.

Carboidrati

carboidrati sono il macronutriente più abbondante nella dieta umana, in quanto apportano il 45-70% delle calorie giornaliere. Tuttavia, i carboidrati non sono considerati un nutriente essenziale per l’uomo e il loro maggiore consumo è stato recentemente associato a “carbotossicità”.

Diversi studi sull’uomo hanno dimostrato che la riduzione del consumo di carboidrati è benefica per la salute metabolica e le diete chetogeniche che limitano fortemente l’assunzione di carboidrati a <10% di energia giornaliera sono efficaci nel produrre perdita di peso e migliorare il profilo glicemico nel diabete di tipo 2. Inoltre, un recente studio epidemiologico su larga scala (studio Prospective Urban Rural Epidemiology (PURE)) ha mostrato che un’elevata assunzione di carboidrati (il più alto (quintile 5) vs. il quintile più basso (quintile 1)) è associato a un aumento del rischio di mortalità e dislipidemia.

Insieme, queste osservazioni giustificano la revisione delle attuali linee guida dietetiche per ridurre la quantità totale di consumo di carboidrati e diminuire la proporzione di energia giornaliera derivata dai carboidrati.

Grassi

grassi alimentari sono stati collegati allo sviluppo di una serie di disturbi metabolici clinici come obesità, resistenza all’insulina, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari. La deposizione di trigliceridi all’interno di tessuti diversi dal tessuto adiposo è stata a lungo proposta come un indicatore importante di questi problemi medici. Gli acidi grassi, sebbene spesso visti come dannosi, sono fondamentali per la vita, avendo funzioni estremamente importanti nella struttura e funzione della membrana, nella segnalazione cellulare, nella produzione di ormoni steroidei, nonché nel metabolismo e nella produzione di energia.

Proteine

Fino a poco tempo fa, il ruolo delle proteine alimentari nell’emergenza di malattie metaboliche è stato ampiamente trascurato per due ragioni principali. In primo luogo, le proteine contribuiscono a una componente molto più piccola del bilancio energetico alimentare complessivo di un individuo rispetto alle controparti non proteiche. In secondo luogo, l’assunzione di proteine è rimasta molto più stabile nel tempo rispetto ai grassi o ai carboidrati.

Pertanto, piuttosto che indicare che le proteine svolgono un ruolo minimo o nullo nella regolazione dell’appetito e nel bilancio energetico, è questa stabilità dell’assunzione di proteine che fornisce una visione dei meccanismi altamente conservati che guidano il comportamento alimentare.

L’evidenza mostra che quando si osserva uno squilibrio nutrizionale nei livelli di proteine, carboidrati e grassi nelle diete, gli animali tendono a dare la priorità all’assunzione di proteine in modo più forte rispetto all’energia non proteica. Questo fenomeno è stato definito come “leva delle proteine” ed è stato osservato in un’ampia gamma di specie, dagli insetti all’uomo.

Attraverso la leva proteica, l’energia in eccesso viene consumata nelle diete con un rapporto più basso tra proteine e macronutrienti non proteici, mentre si verifica un deficit energetico (in condizioni ad libitum) quando il contenuto proteico è alto, al fine di difendere il target proteico. L’assunzione assoluta di proteine rimane relativamente costante, mentre l’assunzione di grassi e carboidrati varia sostanzialmente come mezzo per compensare in entrambi i casi.

Significato clinico

I nutrienti nella nostra dieta interagiscono per influenzare gli esiti metabolici ed è quindi necessario un approccio multi-nutriente per conciliare varie controversie sugli effetti del consumo di nutrienti differenti.

Bibliografia : Jibran A Wali , Samantha M Solon-Biet , Therese Freire, Amanda E Brandon

mar 11 maggio 2021
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