Curare il microbioma fa bene all’artrite reumatoide


L’artrite reumatoide (AR) è una malattia infiammatoria autoimmune cronica caratterizzata da infiammazione poliarticolare simmetrica e distruzione delle articolazioni sinoviali, fino a coivolgere altri sistemi di organi.
La prognosi dell’AR è migliorata negli ultimi decenni parallelamente ai progressi nella diagnosi e nel trattamento, in particolare con l’uso diffuso di farmaci antireumatici modificanti la malattia sintetici mirati e i biologici che consentono a molte persone con AR di ottenere una bassa attività di malattia o clinica remissione.
I rapidi progressi dell’ultimo decennio hanno dimostrato che la disbiosi del microbioma intestinale è un segno distintivo chiave dell’artrite reumatoide (RA). Tuttavia, la relazione tra il microbioma intestinale e il miglioramento clinico dell’attività della malattia da AR rimane poco chiara.
Lo studio
Si tratta di uno studio di coorte retrospettivo e osservazionale su pazienti con diagnosi di AR tra il 1988 e il 2014. Il sequenziamento dell’intero metagenoma è stato eseguito su 64 campioni di feci, che sono stati raccolti da 32 pazienti con AR in due momenti separati a distanza di circa 6-12 mesi.
L’indice di attività della malattia clinica di ciascun paziente è stato misurato in entrambi i punti temporali per valutare il raggiungimento dell’MCII (Miglioramento minimo clinicamente importante); a seconda di questo stato clinico, i pazienti sono stati distinti in due gruppi: MCII+ (che ha raggiunto MCII; n = 12) e MCII- (che non ha raggiunto MCII; n= 20).
L’età è risultato il più grande determinante della varianza compositiva complessiva nel microbioma. È interessante notare che il successivo fattore identificato per spiegare la maggior varianza nel microbioma intestinale era lo stato MCII.
Inoltre, osservando i profili del microbioma intestinale di base dei pazienti, i ricercatori hanno osservato tratti del microbioma significativamente diversi tra i pazienti che alla fine hanno mostrato MCII e quelli che non lo hanno fatto. Le caratteristiche tassonomiche includono misure di diversità alfa e beta, nonché diversi taxa microbici, come Coprococcus , Bilophila sp. 4_1_30 ed Eubacteriumsp. 3_1_31.
In particolare, i pazienti che hanno ottenuto un miglioramento clinico avevano una maggiore diversità alfa nei loro microbiomi intestinali sia alle visite di base che a quelle di follow-up. Il profilo funzionale ha identificato quindici percorsi biochimici, la maggior parte dei quali coinvolti nella biosintesi di L-arginina, L-metionina e tetraidrofolato, che sono differenzialmente abbondanti tra i gruppi di pazienti MCII. Inoltre, i gruppi MCII+ e MCII- hanno mostrato cambiamenti significativamente diversi (dal basale al follow-up) in otto taxa microbici e in sette percorsi biochimici.
Significato clinico
Lo studio ha rilevato che potrebbe essere possibile prevedere la prognosi futura di artrite reumatoide di un paziente azzerando i trilioni di batteri, virus e funghi che abitano il tratto gastrointestinale, ovvero il microbioma intestinale.
I risultati suggeriscono infatti che i microbi intestinali e l’esito dell’artrite reumatoide di un paziente sono collegati tra loro.



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