Chetogenica e sclerosi multipla


La sclerosi multipla (SM) è una malattia neurodegenerativa. La demielinizzazione assonale implica alterazioni nell’attività mitocondriale e aumento dell’infiammazione associata a interruzioni dell’attività del neurotrasmettitore glutammato. Gli individui con SM presentano spesso sintomi come disabilità funzionale, obesità, ansia e depressione.
In questo contesto, la dieta chetogenica (KD), che promuove la produzione di corpi chetonici nel sangue [principalmente β-idrossibutirrato (βHB)], è un’alternativa terapeutica non farmacologica che ha mostrato risultati promettenti nella riduzione dell’obesità periferica e dell’infiammazione centrale. Può anche agire sul glutammato?
Meccanismo d’azione
I principali risultati suggeriscono che la KD, come fonte di corpi chetonici nel sangue, migliora l’attività del glutammato riducendo l’obesità, che è associata alla resistenza all’insulina e alla dislipidemia, e che promuove l’infiammazione centrale (in particolare attraverso un aumento delle interleuchine IL-1β, IL-6 e IL-17).
Questo miglioramento implicherebbe una diminuzione dell’attività extrasinaptica del glutammato, che è stata collegata alla disabilità funzionale e alla presenza di disturbi emotivi come ansia e depressione.
L’eccitotossicità del glutammato è un’ipotesi che presuppone che l’eccesso di glutammato porti a disfunzione e degenerazione neuronale. Infatti, l’eccitotossicità del glutammato è stata associata a varie patologie croniche e disturbi neurodegenerativi.
E’ stato dimostrato un chiaro legame con l’infiammazione e la disregolazione del glutammato nella SM, poiché le citochine proinfiammatorie contribuiscono all’eccitotossicità nella sostanza grigia e bianca ostacolando la ricaptazione del glutammato attraverso astrociti e oligodendrociti, nonché la neurotrasmissione monoaminergica.
Nello specifico, IL-17A sembra essere particolarmente rilevante. Infatti, è stata osservata una correlazione diretta tra i livelli di IL-17A e di glutammato. I livelli di IL-17A sono stati anche associati all’espansione dei neutrofili nel liquido cerebrospinale e alla distruzione della barriera emato-encefalica, suggerendo che le cellule Th17 possono potenziare e utilizzare l’eccitotossicità del glutammato come meccanismo effettore nella patogenesi della SM.
È evidente che la SM è il risultato di una combinazione di fattori genetici e di alcuni fattori ambientali, inclusa la nutrizione.
La dieta chetogenica, con la riduzione del glucosio nel sangue e la conseguente diminuzione della glicolisi determinano un miglioramento della funzione mitocondriale riducendo la produzione di specie reattive dell’ossigeno. Inoltre, si verifica un aumento dei corpi chetonici nel sangue che, insieme alla bassa disponibilità di glucosio, sembra avere un effetto neuroprotettivo riducendo l’infiammazione.
Tutti questi meccanismi sembrano avere una particolare rilevanza nella SM, poiché è stato dimostrato che la KD promuove la rimielinizzazione assonale.
Significato clinico
In assenza di trattamenti farmacologici efficaci, le KD si sono dimostrate particolarmente efficaci nel raggiungere un effetto antinfiammatorio attraverso la modulazione dell’attività del glutammato. Tuttavia, è importante sottolineare che la somministrazione di queste diete deve essere guidata da esperti che monitorano la risposta dell’individuo, poiché costipazione, nausea, vomito, diminuzione e persino iperlipidemia transitoria possono essere effetti collaterali da gestire.



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