Endometriosi

L'endometriosi è una malattia infiammatoria cronica in cui il tessuto endometriale si sviluppa in sedi diverse dall'utero causando dolore pelvico, gonfiore e infertilità. L’alimentazione e l’attività fisica possono influenzare diversi processi che sono alla base della condizione patologica.
endometriosi

“L’endometriosi è definita come la presenza di tessuto simile all’endometrio all’esterno dell’utero. L’endometriosi innesca una reazione infiammatoria cronica con conseguente dolore e aderenze. […] L’attività e i disturbi dovuti all’endometriosi possono variare durante il ciclo mestruale della donna poiché i livelli ormonali fluttuano. Di conseguenza, i sintomi possono peggiorare in determinati momenti del ciclo, in particolare appena prima e durante il periodo mestruale della donna. Mentre alcune donne con endometriosi sperimentano un forte dolore pelvico, altre non hanno alcun sintomo o considerano i loro sintomi semplicemente come “dolore mestruale ordinario”. “

Il trafiletto riportato è una citazione proveniente dall’opuscolo destinato alle pazienti con endometriosi o con segni e sintomi della stessa, redatto a partire dalle Linee Guida pubblicate nel 2022 dalla European Society of Human Reproduction and Embryology (ESHRE). Uno degli obiettivi di tale opuscolo è incrementare la consapevolezza riguardo l’endometriosi, patologia poco nota e spesso non trattata adeguatamente. Di fatti, possono essere necessari da sette a dieci anni per ricevere una diagnosi corretta di endometriosi, spesso confusa con la sintomatologia che si presenta in caso di sindrome dell’intestino irritabile, fibromi o ulteriori condizioni.

Il sintomo caratteristico della malattia è il dolore che può essere cronico, persistente e può acutizzarsi durante il periodo mestruale. Il dolore può essere avvertito anche durante i rapporti sessuali, la defecazione e la minzione, rappresentando una condizione fortemente invalidante sulla qualità di vita della paziente e sul benessere generale limitando la possibilità di svolgere anche le normali attività quotidiane.

L’endometriosi interessa circa il 2 – 10% delle donne nella popolazione generale ed è una patologia che correla con l’infertilità. Il 30-50% delle donne infertili sono affette da endometriosi.

La causa della patologia risulta sconosciuta. Esistono diverse teorie ma nessuna di queste è stata completamente provata. La teoria maggiormente accreditata si basa sulla cosiddetta mestruazione retrograda ovvero il passaggio di frammenti di endometrio dall’utero verso le tube di Falloppio e, a seguire, a livello della cavità addominale con impianto sul rivestimento peritoneale e sulla superficie degli organi pelvici.

La maggior parte dei trattamenti attualmente utilizzati ha l’obiettivo di ridurre i livelli di estrogeni, responsabili della proliferazione del tessuto endometriale, attraverso la prescrizione della pillola anticoncezionale. In alternativa, qualora la terapia ormonale non fosse sufficiente a eliminare il dolore, è necessario procedere con la rimozione delle lesioni tramite laser oppure, nei casi più gravi e in stadi avanzati della malattia, con il trattamento chirurgico.

A lato delle terapie e dei trattamenti, l’alimentazione e l’attività fisica possono influenzare diversi processi che sono alla base delle cause dell’endometriosi. È stato dimostrato che l’infiammazione cronica e lo stress ossidativo a livello delle lesioni endometriosiche contribuiscono allo sviluppo della malattia. Da ciò si comprende che una dieta per la gestione dell’endometriosi dovrebbe concentrarsi sulla riduzione dell’infiammazione e dello stress ossidativo, sull’eliminazione di carenze nutrizionali, e sul controllo dell’esposizione ai derivati ​​degli estrogeni (fitoestrogeni e xenoestrogeni). Ad esempio, alcuni alimenti come soia, avena, segale, edamame, tofu e seitan sarebbero da limitare in quanto fonti di fitoestrogeni.

Le carenze nutrizionali più frequentemente osservate nelle pazienti con endometriosi riguardano magnesio, ferro, vitamine del gruppo B (in particolare B6 e B12), zinco, selenio e acido folico. Tali vitamine e minerali, grazie alle proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e di modulazione ormonale, possono giocare un ruolo significativo nel controllo dell’endometriosi.

Inoltre, diversi studi forniscono solide prove degli effetti positivi sulla salute derivanti da una dieta ricca di verdura e frutta caratterizzate da composti vegetali bioattivi, come polifenoli, flavonoidi e resveratrolo, che potrebbero avere un’azione nel limitare efficacemente lo stato di stress ossidativo. Si consiglia, tuttavia, di utilizzare prodotti biologici o rimuovere la buccia prima del consumo, in modo tale da limitare gli effetti degli xenoestrogeni derivanti dall’eventuale presenza di pesticidi. Anche erbe e spezie (come origano, rosmarino, timo e prezzemolo) contengono alti livelli di polifenoli, in particolare acidi fenolici e flavonoidi.

Inoltre, gli omega-3, presenti prevalentemente nei prodotti della pesca e nella frutta secca, possono avere una funzione benefica nel ridurre l’infiammazione, le lesioni e le aderenze associate all’endometriosi, contribuendo a migliorarne i sintomi e la qualità della vita delle pazienti.

Stesso ruolo salutare è svolto dall’attività fisica che è essenziale per il rilascio delle endorfine, funzionali per dare sollievo al dolore. Ad esempio, una pratica da consigliare è lo yoga: attraverso le tecniche di respirazione è di supporto nella gestione del dolore pelvico e contribuisce a ridurre l’eventuale utilizzo di antidolorifici.

Per concludere, l’endometriosi può avere un impatto sistemico sul corpo, inducendo cambiamenti nel peso corporeo. A tal proposito, è stata studiata l’associazione tra BMI ed endometriosi e si è osservato che le donne con la malattia tendono ad essere più magre e con un BMI inferiore rispetto alla popolazione generale. Inoltre, risulta che la gravità della malattia sia associata al BMI: l’endometriosi in stadio avanzato comporta un BMI inferiore rispetto a condizioni patologiche più lievi. Tuttavia, tale associazione rimane controversa. Di fatti, se da una parte un BMI ridotto può essere un fattore di rischio per l’endometriosi, anche l’obesità è associata a diversi disturbi ginecologici. Nelle donne, il tessuto adiposo in eccesso promuove livelli circolanti più elevati di estrogeni, producendo risposte infiammatorie. L’obesità, quindi, può svolgere un ruolo nello sviluppo dell’endometriosi, ma ci sono prove limitate a supporto di tale relazione.

Risulta evidente che un approccio sano, equilibrato e personalizzato alla dieta può essere uno strumento utile per migliorare la sintomatologia dolorosa cronica e i disturbi ad essa correlati. A tal proposito, il software di Terapia Alimentare Dietosystem supporta il professionista attraverso l’elaborazione immediata di piani alimentari personalizzati. Nel caso dell’endometriosi è possibile utilizzare il rispettivo modulo che risponde alla necessità di diminuire la ricorrenza dei crampi pelvici, prevenire il gonfiore addominale, migliorare il processo digestivo e garantire il bilanciamento ormonale con riduzione nella produzione di estrogeni.

 

Per maggiori informazioni sul software di Terapia Alimentare Dietosystem

https://www.dsmedica.info/html/prodotti/terapia-alimentare-software-dieta.asp

Bibliografia

https://www.scienzavegetariana.it/download/quaderno-ssnv-2017-09.pdf

Ministero della Salute – Endometriosi

Pazienti.it, Endometriosi – una guida completa.

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