Arteriopatia periferica: quale ruolo per l’alimentazione?


L’arteriopatia periferica degli arti inferiori rappresenta un comune disturbo vascolare che non riceve un interesse simile a quello riservato ad altre patologie del sistema cardiovascolare. Tuttavia, numerose evidenze cliniche e sperimentali suggeriscono che, anche in questa condizione, l’alimentazione può rivestire un importante ruolo preventivo.
Tra le cause principali dell’arteriopatia periferica si annovera l’obesità addominale, ma numerosi studi prospettici hanno dimostrato che alcuni deficit nutrizionali, come una ridotta assunzione di folati (vitamine del gruppo B) o una bassa sintesi endogena di vitamina D, possono aumentare il rischio della patologia o aggravare le difficoltà nella deambulazione che affliggono i pazienti affetti dal disturbo.
Un recente studio, condotto dai ricercatori del dipartimento di scienze della nutrizione della University of Minnesota, ha analizzato se specifici pattern alimentari notoriamente protettivi verso il sistema cardiovascolare, siano effettivamente in grado di proteggere anche dallo sviluppo dell’arteriopatia periferica. I risultati dello studio sono stati presentati sulla rivista Nature Cardiology.
Un numero esiguo ma significativo di studi sostiene che l’assunzione livelli adeguati di niacina (vitamina B3) e fibre insolubili correli con la presenza di concentrazioni non dannose di colesterolo LDL (lipoproteine a bassa densità) e altri biomarker indicativi del rischio trombotico, oltre che con la presenza di concentrazioni desiderabili di colesterolo HDL proprio nei soggetti affetti da arteriopatia periferica. Tuttavia, solo limitate evidenze sostengono che l’assunzione di antiossidanti, vitamine B6 e B12 o supplementi di acidi grassi essenziali possa migliorare l’esito clinico in questi pazienti.
Complessivamente, l’effetto dell’alimentazione e dei supplementi nutrizionali sul rischio, la progressione e la prognosi dell’arteriopatia sembra essere piuttosto debole. Solo grazie a studi più approfonditi sarà possibile stabilire precise linee guida nutrizionali per la prevenzione e gestione di questo disturbo vascolare.



- Prevenzione cardiovascolareEsistono diversi fattori di rischio cardiovascolari; è quindi possibile intervenire su quelli modificabili per prevenire l’insorgenza di malattia.