Artrite reumatoide, quale legame tra obesità e remissione di malattia?


Un BMI elevato, inoltre, avrebbe anche un impatto negativo sull’attività di malattia nonché su alcuni outcome riferiti dai pazienti, in presenza di trattamento farmacologico. Ciò suggerisce la necessità di esplorare l’efficacia di interventi atti a ridurre il BMI in ragione della possibile capacità di questi interventi nel migliorare gli outcome di malattia. Lo studio su Arthritis Research & Therapy.
Stando ai risultati di una metanalisi condotta da ricercatori canadesi, di recente pubblicazione online ahead-of-print sulla rivista Arthritis Research & Therapy (1), l’obesità avrebbe effetti negativi su alcuni outcome legati all’artrite reumatoide (AR) quali la probabilità di raggiungere la condizione di remissione di malattia.
Un BMI elevato, inoltre, avrebbe anche un impatto negativo sull’attività di malattia nonché su alcuni outcome riferiti dai pazienti, in presenza di trattamento farmacologico.
Ciò suggerisce la necessità di esplorare l’efficacia di interventi atti a ridurre il BMI in ragione della possibile capacità di questi interventi nel migliorare gli outcome di malattia.
Razionale dello studio
L’esistenza di un possibile legame tra l’obesità e lo sviluppo di malattie croniche autoimmuni è stato postulato da tempo in tempo letteratura: “Le persone obese sarebbero a rischio maggiore di sviluppare AR in ragione di un effetto infiammatorio sostenuto dalle adipochine – ricordano gli autori nell’introduzione al lavoro”.
“Ad oggi – continuano gli autori – è però ancora poco definito il ruolo dell’obesità sulla prognosi di malattia”.
I risultati di una recente metanalisi hanno mostrato come i pazienti obesi con AR si caratterizzino per avere punteggi DAS28 di attività di malattia e punteggi HAQ (relativi alla qualità di vita) sensibilmente più elevati rispetto ai pazienti con AR non obesi (2).
La metanalisi in questione, però, era afflitta da un limite metodologico: quello di non aver condotto una valutazione longitudinale dell’impatto dell’obesità sugli outcome di malattia in ragione del fatto che i tassi di remissione non rappresentavano un focus dello studio.
La comprensione dell’impatto dell’obesità sulla risposta al trattamento, invece, è un fattore molto importante di cui tener conto, alla luce delle molteplici relazione paradosse tra l’obesità e la progressione radiografica di malattia riferite da alcuni autori.
Di qui la nuova metanalisi, avente l’obiettivo di approfondire la relazione esistente tra questo fattore di rischio modificabile e la prognosi di AR, mediante valutazione longitudinale degli outcome di trattamento.
Sintesi dello studio e dei risultati principali
I ricercatori hanno inizialmente condotto una ricerca sistematica della letteratura esistente sul legame tra l’obesità e l’AR sui principali database bibliografici biomedici (Medline e EMBASE). La ricerca bibliografica è stata finalizzata alla selezione di quegli articoli che riportavano stime sul raggiungimento della remissione di malattia in soggetti obesi in relazione alla categoria di BMI, oppure sulle variazioni di misure composite o individuali di attività di malattia o di outcome di malattia riferiti dai pazienti in corso di terapia, oppure sui tassi di mortalità, in relazione alla categoria di BMI di appartenenza.
Dopo uno screening di 3.368 citazioni bibliografiche, i ricercatori hanno selezionato, per la successiva metanalisi, 8 articoli che riferivano di tassi di remissione, 9 articoli sulle misure di attività di malattia o su outcome riferiti dai pazienti e 3 articoli sulla relazione mortalità-BMI.
I risultati della metanalisi hanno mostrato che, nei pazienti, obesi, la probabilità di raggiungimento dell’outcome remissione di AR era inferiore rispetto ai pazienti non-obesi e a quelli normopeso.
Nello specifico, dopo aggiustamento dei dati per fattori confondenti, è emerso che i pazienti obesi presentavano valori di odd ratio di remissione e di remissione sostenuta inferiori rispetto ai pazienti non obesi (OR= 0,57; IC95%=0,45-0,72 per l’outcome remissione; OR=0,49; IC95%= 0,32-0,74 per l’outcome remissione sostenuta).
Non solo: la maggior parte degli studi utilizzati nella metanalisi ha documentato valori di DAS28, conta delle articolazioni dolenti, marker di infiammazione, punteggi relativi al dolore e alla funzione fisica decisamente peggiori nei pazienti obesi. Unica eccezione era costituita dalla conta di articolazioni tumefatte.
Infine, i ricercatori non sono stati in grado di documentare l’esistenza di un’associazione tra l’obesità e l’incremento della mortalità.
Conclusioni
Nonostante la metanalisi, per ammissione degli stessi autori, fosse viziata da alcuni limiti metodologici, quali l’eterogeneità del disegno dei singoli studi, la rilevazione di alcuni valori di BMI in base a questionari compilati dai pazienti, la mancanza di dati relativi alle variazioni ponderali – occorse prima del reclutamento nei singoli studi considerati per la metanalisi – e al peso corporeo all’insorgenza di AR, nessuna di queste limitazioni ha tolto forza alla consapevolezza dell’impatto che, alla luce di questi risultati, potrebbe avere il contenimento dell’obesità ai fini del miglioramento degli outcome di AR.
“Sono necessari, pertanto, studi sui benefici della perdita di peso nei pazienti obesi – scrivono gli autori – in quanto tale intervento potrebbe avere anche ricadute positivi sulle comorbidità associate all’AR, quali le malattie CV e alcune neoplasie”.
“L’obesità – concludono – dovrebbe essere studiata in modo più approfondito in quanto fattore di rischio modificabile di outcome legati all’AR”.
Bibliografia
1. Liu Y, et al “The impact of obesity on remission and disease activity in rheumatoid arthritis: a systematic review and meta-analysis” Arthritis Care Res 2016; DOI: 10.1002/acr.22932.
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2. Vidal C et al. Association of Body Mass Index Categories with Disease Activity and Radiographic Joint Damage in Rheumatoid Arthritis: A Systematic Review and Metaanalysis.
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