Cautela con l’antiobesità

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Ad oggi, negli Stati Uniti il 66% della popolazione adulta è sovrappeso e il 34% obeso.

Si stima che questa epidemia abbia conseguenze rilevanti sulla sanità pubblica e che, in futuro, l’obesità possa rappresentare un problema anche per i Paesi in via di sviluppo.

I soggetti obesi, infatti, presentano un incremento del rischio di mortalità e morbidità, imputabile anche a condizioni patologiche associate, tra cui diabete, ipertensione, dislipidemia e patologie coronariche.

Un nuovo approccio promettente per il trattamento dei pazienti obesi è costituito dall’inibizione dei recettori dei cannabinoidi di tipo 1 (CB1). Questi recettori sono presenti sia a livello del sistema nervoso centrale, sia periferico.

Inibire questi recettori potrebbe comportare una riduzione dell’assunzione di cibo, una perdita di peso corporeo e un miglioramento dei parametri metabolici.

Il primo antagonista selettivo di questi recettori è il rimonabant, attualmente in commercio in Europa per il trattamento dell’obesità, ma non ancora approvato dall’americana FDA che, lo scorso giugno, ha chiesto chiarimenti in merito agli effetti avversi indotti dal trattamento.

Bibliografia :
Fonti :

gio 17 aprile 2008
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