Cheto o mediterranea?

Le armi contro il peso e il diabete
cheto-mediterranea

La gestione del diabete di tipo 2 (T2DM) e dell’obesità richiede un approccio che vada oltre la semplice somministrazione di farmaci. Tra le strategie più efficaci, l’alimentazione gioca un ruolo chiave, influenzando non solo il peso corporeo, ma anche il metabolismo e il microbiota intestinale. Uno studio recente ha confrontato due delle diete più discusse nel panorama scientifico: la dieta chetogenica a bassissimo contenuto calorico (VLCKD) e la dieta mediterranea (MD). Quale delle due si è rivelata più efficace?

Lo studio

L’indagine ha coinvolto 11 pazienti con diabete di tipo 2 e obesità, i quali sono stati suddivisi in due gruppi. Un gruppo ha seguito la VLCKD, caratterizzata da un ridotto apporto di carboidrati, mentre l’altro ha adottato la tradizionale dieta mediterranea, ricca di verdure, cereali integrali, olio d’oliva e pesce. Dopo due mesi, il gruppo VLCKD è passato gradualmente alla dieta mediterranea, e tutti i partecipanti hanno continuato con quest’ultima fino al termine dello studio, durato un anno.

Quale strategia dietetica ha avuto la meglio?

Dopo sei mesi, il gruppo che ha seguito la VLCKD ha mostrato un maggiore calo del peso corporeo e una riduzione più significativa del girovita rispetto a chi ha seguito la sola dieta mediterranea. In particolare:

  • Indice di massa corporea (IMC): -5,8 kg/m² nel gruppo VLCKD rispetto a -1,7 kg/m² nel gruppo MD.
  • Circonferenza vita: riduzione di -15,9 cm nel gruppo VLCKD contro -5,2 cm nel gruppo MD.
  • Miglioramento metabolico: valori di emoglobina glicata (HbA1c) ridotti dal 6,7% al 5,5% nel gruppo VLCKD, con benefici mantenuti anche dopo 12 mesi.
  • Trigliceridi: miglioramento più marcato nel gruppo VLCKD (-158 vs. 95 mg/dL).

Un aspetto interessante emerso dallo studio riguarda il microbiota intestinale, l’insieme dei batteri che abitano il nostro intestino e che influenzano numerosi aspetti della salute. La dieta VLCKD ha avuto un impatto più significativo nel modulare positivamente la flora batterica intestinale, con un aumento di specifici batteri associati a una migliore salute metabolica. Tuttavia, questi benefici tendevano a ridursi dopo il sesto mese.

Entrambi gli approcci dietetici hanno migliorato lo stato di salute dei pazienti, ma la dieta VLCKD ha mostrato risultati più rapidi e marcati nei primi sei mesi, specialmente sul peso e sui parametri metabolici. Tuttavia, la dieta mediterranea si è confermata come una strategia sostenibile a lungo termine.

L’ideale? Un approccio combinato: iniziare con una fase chetogenica per ottenere risultati rapidi, seguita da una transizione alla dieta mediterranea per mantenere i benefici nel tempo. Come sempre, la scelta della dieta va personalizzata e seguita sotto controllo medico per garantire sicurezza ed efficacia.

Significato clinico

Entrambi gli approcci dietetici hanno migliorato lo stato di salute, ma la dieta VLCKD, a supporto della dieta MD, ha mostrato maggiori miglioramenti nei parametri antropometrici e metabolici, nonché nel profilo microbico intestinale, soprattutto nei primi 6 mesi.

 

Bibliografia : Vanessa Palmas, Andrea Deledda, Vitor Heidrich et al.

mar 8 aprile 2025
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