Cuori di ferro


Oltre alla terapia farmacologica, la modifica dello stile di vita, compresa l’attività fisica, e la gestione della nutrizione sono parte integrante delle attuali linee guida per i pazienti con insufficienza cardiaca cronica (CHF). Quali parametri clinici sono maggiormente influenzati dal comportamento nutrizionale, dalla capacità di esercizio o dal ferro?
Lo studio
Un recente studio di intervento multicentrico ha considerato partecipanti con diagnosi di CHF (n = 165) nonché partecipanti con valori elevati di NT-proBNP e fattori di rischio per CHF (n= 74). I ricercatori hanno testato l’idoneità cardiorespiratoria con il test da sforzo con la cyclette e l’aderenza alla dieta mediterranea (MedDiet) con un questionario validato.
I risultati hanno confermato che maggiore è l’aderenza a MedDiet, maggiore è la forma cardiorespiratoria e minore è il grasso corporeo, valutato con l’impedenziometria.
Inoltre, l’anemia nei pazienti con CHF ha un impatto importante sia sul consumo massimo di ossigeno come segno vitale per l’idoneità cardiorespiratoria, sia sui risultati funzionali.
I risultati dimostrano che maggiore è l’aderenza di una persona a MedDiet, maggiore è la relativa forma fisica cardiorespiratoria. L’analisi dei dati di riferimento mostra inoltre che il 10,9% dei partecipanti allo studio è anemico e il 37,9% ha carenza di ferro.
Solo il 7,8% ha dichiarato un’elevata adesione al MedDiet. Sia i partecipanti allo studio sintomatici che quelli non sintomatici non sono riusciti a raggiungere i valori di riferimento per le prestazioni fisiche durante il test da sforzo.
Significato clinico
Questa analisi ha identificato le lacune nell’approvvigionamento di ferro, ma anche l’effetto di un’alimentazione sana e dell’attività fisica sulla performance cardiorespiratoria in pazienti con insufficienza cardiaca cronica. I ricercatori incoraggiano quindi a far rispettare le linee guida nella diagnosi e nel trattamento della CHF in modo più deciso.



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