Disbiosi e sindrome metabolica

Tutto parte dall’intestino?
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Il microbioma intestinale è definito come una comunità ecologica di microrganismi commensali simbiotici e patogeni presenti nel nostro corpo.

La disbiosi del microbioma intestinale è una condizione di omeostasi batterica intestinale disregolata e interrotta e recenti prove hanno dimostrato che la disbiosi è correlata all’infiammazione cronica, alla resistenza all’insulina, alle malattie cardiovascolari (CVD), al diabete mellito di tipo 2 (T2DM) e all’obesità.

È noto che l’obesità, il T2DM e le malattie cardiovascolari sono causati o aggravati da molteplici fattori come la predisposizione genetica, fattori ambientali, diete ipercaloriche malsane e stile di vita sedentario. Tuttavia, prove recenti provenienti da modelli umani e murini suggeriscono che il microbioma intestinale svolge un ruolo attivo anche nella modulazione della sindrome metabolica, un insieme di fattori di rischio tra cui obesità, iperglicemia e dislipidemia che aumentano il rischio di CVD, T2DM e altre malattie.

La ricerca attuale mira a identificare trattamenti per aumentare il numero di microbiota benefico nel microbioma intestinale al fine di modulare la sindrome metabolica riducendo l’infiammazione cronica e la resistenza all’insulina.

Vi è un crescente interesse per gli integratori, classificati come prebiotici, probiotici, simbiotici o postbiotici, e per il loro effetto sul microbioma intestinale e sulla sindrome metabolica. 

Integrazione prebiotica, probiotica, simbiotica e postbiotica

Parecchi studi hanno dimostrato che l’integrazione del microbioma altera la composizione del microbioma intestinale e potrebbe avere effetti sulla salute umana e sulle malattie.

Esistono quattro tipi di integratori studiati. Nel 2016, l’Associazione scientifica internazionale per i probiotici e i prebiotici (ISAPP) ha definito i prebiotici come un substrato utilizzato selettivamente dai microrganismi nell’ospite e che conferisce un beneficio alla salute dell’ospite.

La definizione scientifica ampiamente accettata di probiotici, così come definita da un gruppo di esperti convocato dall’ISAPP nel 2013, è “microrganismi vivi che, se somministrati in quantità adeguate, conferiscono un beneficio per la salute dell’ospite”. Nel 2019, l’ISAPP si è riunito e ha definito i simbiotici come “una miscela comprendente microrganismi vivi e substrati utilizzati selettivamente dai microrganismi ospiti che conferiscono un beneficio per la salute dell’ospite”; quindi, i simbiotici sono una combinazione di prebiotici e probiotici. Infine, nel 2019, l’ISAPP ha definito i postbiotici come microrganismi inanimati con o senza i loro componenti che conferiscono un beneficio alla salute dell’ospite.

Prebiotici, probiotici e postbiotici e sindrome metabolica

Prebiotico:

  1. Inulina: diminuisce il rapporto tra Firmicutes e Bacteroidetes con miglioramento dell’obesità
  2. Fruttoligosaccaridi: aumenta il Bifidobatterio, promuove la salute dell’intestino, diminuisce l’espressione delle citochine infiammatorie, migliora la sensibilità all’insulina
  3. Galattooligosaccaridi: Aumentano Akkermansia mucinophila. Aumentano Prevotella con protezione della barriera intestinale, miglioramento della sensibilità all’insulina e riduzione dell’infiammazione

Probiotico:

  1. Bifidobatterio: Aumenta Akkermansia mucinophila con protezione della barriera intestinale, miglioramento della sensibilità all’insulina e riduzione dell’infiammazione
  2. Lattobacilli: diminuzione del rapporto tra Firmicutes e Bacteroidetes con miglioramento dell’obesità

Postbiotico

  1. Akkermansia mucinophila (uccisa dal calore): migliora lo stato metabolico nell’obesità
  2. Lactobacillus paracasei inattivato dal calore: riduce il rischio di faringite, laringite e diarrea
  3. Bifidobacterium bifidum inattivato dal calore: riduce i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile
  4. Butirrato (SCFA prodotto dal microbo inattivo): aumenta le Lachnospiracee con protezione contro il diabete e le malattie cardiovascolari, aumenta i proteobatteri con aumento della produzione di muco intestinale, riduce le Clostridiaceae per una maggiore integrità della barriera intestinale

Significato clinico

Le prove recenti provenienti da modelli umani e murini suggeriscono che anche il microbioma intestinale svolge un ruolo attivo nella modulazione delle malattie metaboliche. Pertanto è importante rivedere il ruolo dell’integrazione del microbioma che ha dimostrato di migliorare il microbioma intestinale nei pazienti con sindrome metabolica.

Guarda il caso clinico “Potenziamento immunitario in sindrome metabolica”

 

Bibliografia : Mc Anto Antony, Aniqa Chowdhury, Dinesh Edem et al

mar 21 novembre 2023
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