Epidemia e Disturbi alimentari


Tutta la popolazione per un periodo di tempo indefinibile è sottoposta a dimensioni di stress e ansia suscitati dall’attuale epidemia. Gli effetti si riverbereranno molto a lungo. L’esposizione ai traumi della perdita e del dolore accade a distanze differenti, c’è chi è “sul fronte” e chi è chiuso in casa. Ma le distanze non sono solo geografiche quanto piuttosto emotive.
Rimanere a casa forzati ha fatto riscoprire a molti il piacere del tempo ritrovato, dei rapporti rinnovati, della famiglia, della cura del corpo, della cucina, della meditazione. Per certuni addirittura rinforza le motivazioni e dà resilienza.
L’impatto emotivo dell’emergenza dipende dalle caratteristiche di personalità individuali, dalle esperienze, dalle condizioni socio-economiche e da quelle ambientali.
La forzata restrizione stimola l’inquietudine. Se si aggiunge che il blocco è scandito da allarmi risuonanti da ogni dove, l’ansia che si diffonde non è davvero poca.
Per sedarla c’è bisogno di informazione, ma giusta per qualità e quantità.
Di fronte all’allarme le persone si attaccano alle informazioni indipendentemente dalla loro fonte e le assorbono con ingordigia; è paradossale ma abbuffano e diventano ancora più stressati e ansiosi.
La forte pressione emotiva mette a dura prova il controllo degli impulsi. Con fobie ed ossessioni si cerca di contenerli; crolli depressivi tra cui le restrizioni di tipo anoressico per recuperare il controllo.
Sul versante opposto il soggetto può perdere il controllo degli impulsi.
Allora sono il ricorso all’alcol, all’abbuffata alimentare, al mangiare nervoso, all’ansiolitico o alle droghe, le idee suicidali le risposte più consuete. Ne subisce di più chi è più fragile, chi paga troppi lutti, chi è più prossimo al dolore, chi ha una condizione emotiva instabile, i bambini, chi è costretto a doversi misurare coi limiti, chi è più precario, vulnerabile, chi è anziano.
Quando lo stress perdura in modo sostenuto e prolungato i meccanismi di controllo si annullano ed accadono numerose risposte disadattive.
Mangiare in modo disordinato è un meccanismo disadattivo. Dà un falso senso di controllo, specialmente durante periodi di stress elevato; questi sintomi possono trasformarsi in un vero e proprio disturbo alimentare. I disturbi alimentari implicano di per sé segretezza e isolamento personale. Gli individui alle prese con disturbi alimentari abbuffano, eliminano o limitano in segreto per mantenere una facciata che tutto va bene. Isolamento e segretezza simili possono emergere quando si affronta lo stress.
Combinato col disturbo alimentare, medesimi meccanismi possono favorire l’abuso di alcol o di altre sostanze sia di prescrizione che off label o illegali. Meccanismi neurobiologici e psicosociali comuni possono mettere in atto condotte impulsive e compulsive e veri e propri comportamenti di addiction come rifugio per schermare l’angosciosa imprevedibilità.
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Disturbi del comportamento alimentare e uso di alcol e/o sostanze: un fenomeno emergente
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