Faccio attività fisica ma non dimagrisco

Valutazione del dispendio energetico
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L’aumento dei livelli di attività fisica può portare a rendimenti decrescenti nella spesa energetica a causa di risposte compensative nel dispendio nei momenti di non attività. Determinare la causalità della relazione tra compensazione energetica e adiposità sarà la chiave per migliorare le strategie di salute pubblica in materia di obesità.

Questo suggerimento ha profonde implicazioni sia per l’evoluzione del metabolismo che per la salute umana. Implica che un aumento a lungo termine dell’attività fisica non si traduce direttamente in un aumento della spesa energetica totale (TEE) perché altre componenti del TEE possono diminuire nella compensazione energetica di risposta.

Lo studio

Un gruppo foltissimo di ricercatori di tutto il mondo ha utilizzato il più grande set di dati compilato sul TEE nell’adulto e sul dispendio energetico basale (BEE) (n = 1,754) di persone che vivono una vita normale.

I risultati sono molto interessanti: la compensazione energetica di un essere umano è in media del 28% e dipende dalla riduzione di BEE; questo suggerisce che solo il 72% delle calorie in più che bruciamo da attività aggiuntive si traduce in calorie in più bruciate quel giorno.

Inoltre, il grado di compensazione energetica varia notevolmente tra persone di diversa composizione corporea. In particolare, le persone che compensano di più possono avere maggiori probabilità di accumulare grasso corporeo. In alternativa, il processo potrebbe avvenire all’interno degli individui: man mano che ingrassiamo, il nostro corpo potrebbe compensare più fortemente le calorie bruciate durante l’attività, rendendo progressivamente più difficile perdere grasso.

Significato clinico

Gli esseri umani che vivono una vita moderna tipica – non hanno livelli eccezionali di attività fisica e non sono in carenze croniche di cibo – mostrano una compensazione abbastanza forte tra l’energia che spendono per l’attività e quella spesa per i processi metabolici basali; a lungo termine, più di un quarto delle calorie extra bruciate dalle persone durante l’attività non si traduce in calorie extra consumate quel giorno.

Presumibilmente, tale compensazione sarebbe stata adattativa per i nostri antenati: riduceva al minimo le richieste di energia alimentare, riduceva il tempo necessario per l’approvvigionamento con diminuzione dell’esposizione alla predazione.

Tuttavia, è potenzialmente disadattivo per gli esseri umani moderni che fanno attività fisica, cercare di bruciare il consumo di cibo in eccesso: comunque, gli alimenti ad alta densità sono collegati a un maggiore apporto energetico, obesità, e le sue malattie correlate.

Bibliografia : Vincent Careau, Lewis G Halsey, Herman Pontzer et al

mar 9 novembre 2021
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