Insulino-resistenza, steatosi epatica e sindrome metabolica


La sindrome metabolica (SM) è una malattia composta da diversi fattori di rischio come l’obesità, il diabete di tipo 2 o la dislipidemia. La prevalenza di questa sindrome è in aumento in tutto il mondo in parallelo con l’aumento dell’obesità. La steatosi epatica non alcolica (NAFLD) è oggi la più frequente malattia epatica cronica nei paesi occidentali, che colpisce oltre il 30% della popolazione generale. La NAFLD comprende uno spettro di manifestazioni epatiche che vanno dalla semplice steatosi alla steatoepatite non alcolica (NASH), fino alla fibrosi e alla cirrosi, che può infine progredire a carcinoma epatocellulare.
Ci sono prove a sostegno di un’associazione tra NAFLD e sindrome metabolica. Infatti, la NAFLD è riconosciuta come la manifestazione nel fegato della sindrome metabolica. E, in questa stessa direzione, la resistenza all’insulina è sempre più riconosciuta come un fattore chiave che collega la sindrome metabolica alla NAFLD. La resistenza all’insulina, infatti, è associata a un eccessivo accumulo di grasso in tessuti ectopici, come il fegato, e un aumento della circolazione degli acidi grassi liberi nei distretti vascolari, che possono promuovere ulteriormente l’infiammazione e lo stress del reticolo endoplasmatico.
Tutto ciò aggrava e allo stesso tempo mantiene un circolo vizioso tra la SM e la NAFLD. È importante sottolineare che, le prove dimostrano che la maggior parte dei pazienti che sviluppano NAFLD presentano anche almeno uno dei tratti della SM. Questi temi sono discussi in una recente revisione che offre anche una prospettiva per quanto riguarda il trattamento di queste malattie metaboliche sempre crescenti.



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