L’inflammosoma, un possibile link tra autoinfiammazione e disordini metabolici


La steatosi non alcolica rappresenta la manifestazione epatica della sindrome metabolica ed è la principale causa di malattia cronica del fegato. Il 20% degli individui obesi affetti da questa condizione sviluppa in seguito un’infiammazione cronica associata a cirrosi, ipertensione portale ed anche carcinoma epatocellulare. Tuttavia, i meccanismi responsabili della progressione da steatosi a steatoepatite non sono chiari. Ne presente studio è stato dimostrato che i complessi molecolari noti come inflammosomi NLRP6 e NLRP3, insieme alla proteina effettrice IL-18, possono regolare negativamente la progressione da steatosi non-alcolica a steatoepatite, così come anche altri aspetti della sindrome metabolica, attraverso la modulazione della flora batterica intestinale.
Diversi modelli animali sperimentali hanno rivelato che l’alterazione della flora intestinale associata alla deficienza da inflammosoma correlano con una forma di steatosi epatica esacerbata e infiammazione mediata dalla presenza eccessiva di agonisti dei toll like receptors TLR4 e TLR9 nella circolazione portale, i quali provocano una maggiore espressione alivello epatico del tumour-necrosis factor (TNF)-α, responsabile della progressione verso la steatoepatite.
Inoltre, la convivenza di animali inflammosoma-deficienti e normali può provocare l’esacerbazione della steatosi epatica e dell’obesità nei primi. L’interazione anomala tra la flora intestinale e l’ospite, causata da una ridotta attività degli inflammosomi NLRP3 e NLRP6, potrebbe quindi favorire la rapidità della progressione di numerose condizioni patologiche associate alla sindrome metabolica, indicando così il ruolo centrale che la flora intestinale occupa nella patogenesi dei due disordini metabolico e autoinfiammatorio, fino ad ora ritenuti non collegati.



- Biochimica e fisiologia della nutrizioneLa biochimica e la fisiologia studiano le reazioni chimiche e il funzionamento degli organismi viventi.