L’obesità è di destra!?


Esiste, forse, un preciso obiettivo per gli studi sperimentali di nuovi farmaci contro l’obesità. L’epicentro a cui mirare sarebbe localizzato a livello della corteccia prefrontale dell’emisfero cerebrale di destra, dove avviene il controllo del food intake.
Ne sono convinti i ricercatori del Berenson-Allen Center for Noninvasive Brain Stimulation (Beth Israel Deaconess Medical Center) insieme a quelli della Harvard Medical School (Boston, Mass.), che hanno analizzato gli studi pubblicati in proposito e basati sull’evidenza clinica e hanno formulato una nuova teoria: ‘l’ipotesi del cervello destro per l’obesità’.
L’ipotesi
In pratica, si ipotizza che alla base dell’obesità vi possa essere un’alterazione dei meccanismi centrali che presiedono la regolazione del food intake. Queste disfunzioni potrebbero essere in qualche modo provocate da una prolungata attivazione d’impulsi neuronali che corrono lungo l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene.
Nella stessa direzione è possibile che una neuromodulazione della zona corticale prefrontale dell’emisfero destro sia il punto focale su cui dirigere l’azione di nuovi farmaci per il controllo e la regolazione dell’appetito.
Ulteriori conferme a questa ipotesi potrebbero mettere d’accordo, sia i neuro-cognitivisti, ossia gli studiosi della neurotrasmissione del comportamento alimentare, sia i ricercatori che si occupano principalmente di chiarire le correlazioni esistenti tra obesità e bilancio metabolico-energetico.
Tuttavia, è anche possibile, come affermano gli autori, che questa teoria non sia aderente o applicabile a tutti i modelli di obesità che si osservano nella clinica pratica.
In altri termini, il modello potrebbe andare bene per molti obesi, ma non per tutti. Troppe sono, infatti, le variabili dell’obesità: per esempio, le forme con aumento dell’adiposità addominale sono nella sostanza diverse da quelle in cui il tessuto adiposo è accumulato in altri distretti.
