Mangiare di notte fa ingrassare?


Per la prim a volta nel 1955, Stunkard descrisse la sindrome da alimentazione notturna (NES) come un disturbo caratterizzato da anoressia al mattino, iperfagia alla sera e insonnia nei pazienti con obesità resistente al trattamento.
La prevalenza della NES nei pazienti obesi è tra il 6% e il 16%, mentre è stato riportato che la frequenza della NES variava tra il 4,3% e il 14% nelle persone in cerca di trattamento per perdere peso.
In uno studio condotto su persone di peso normale, la frequenza di NES è risultata pari allo 0,4%. In generale, la prevalenza della NES è riportata come 1–1,5% nella popolazione adulta.
Lo studio
Uno studio recente ha indagato la frequenza e la relazione tra la sindrome da alimentazione notturna nei partecipanti obesi e non obesi.
Hanno partecipato 420 persone di età compresa tra 18 e 65 anni. I dati sociodemografici dei partecipanti, il Night Eating Questionnaire (NEQ) e il Beck Depression Inventory (BDI) sono stati somministrati con la tecnica dell’intervista faccia a faccia.
L’età media dei partecipanti era di 42 ± 13 anni e il 68,6% era di sesso femminile. L’indice di massa corporea (BMI) medio dei partecipanti era 31,8 ± 8,2.
La prevalenza di NES era del 10%!
La maggiore frequenza di NES nei pazienti con obesità patologica è risultata statisticamente significativa rispetto a quelli senza obesità patologica.
Il punteggio BDI medio era 23,5 ± 10,86 nel gruppo NES e 12,18 ± 88,95 nel gruppo non NES. Una differenza significativa tra i due gruppi.
Significato clinico
Poiché l’obesità ha un posto importante nei servizi di assistenza sanitaria di base, è importante conoscere la relazione tra NES e depressione. Il riconoscimento della NES e la considerazione del follow-up e del trattamento pianificati nei richiedenti aiuteranno a trattare l’obesità in modo più efficace.

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