Massa grassa e metabolismo


Uno degli aspetti cruciali da considerare in un paziente obeso è la distribuzione del grasso corporeo, in particolare l’accumulo di tessuto adiposo nell’area addominale.
Lo studio
Uno studio recente ha esaminato come specifici depositi di grasso addominale possano influenzare lo sviluppo di complicanze metaboliche legate all’obesità.
I ricercatori hanno analizzato 91 individui affetti da obesità di primo e secondo grado, considerando anche le differenze di genere. Durante lo studio, sono state effettuate misurazioni antropometriche e analisi della composizione corporea utilizzando la bioimpedenza elettrica. Inoltre, sono state condotte determinazioni biochimiche per valutare i livelli di glucosio a digiuno, insulino-resistenza e disordini lipidici.
I risultati hanno indicato che i tradizionali indicatori di rischio metabolico, come il BMI o la circonferenza della vita, potrebbero non tener conto in modo adeguato della distribuzione specifica del grasso corporeo, né delle differenze di genere. Sia il tessuto adiposo viscerale (VAT) che quello sottocutaneo (SAT) sono stati identificati come fattori significativi nella stima del rischio metabolico.
I ricercatori hanno inoltre individuato specifici punti limite per il tessuto adiposo viscerale, il tessuto adiposo sottocutaneo e il rapporto tra i due, al di là dei quali si verifica un aumento del rischio di complicanze metaboliche. Ad esempio, nelle donne, livelli elevati di glucosio a digiuno e resistenza all’insulina sono stati associati a determinati livelli di tessuto adiposo sottocutaneo e viscerale, nonché al rapporto tra i due. Negli uomini, invece, i punti limite per la presenza di insulino-resistenza sono stati determinati principalmente in base al tessuto adiposo viscerale e al rapporto VAT/SAT.
Significato clinico
Sebbene i risultati relativi ai disordini lipidici siano stati inconcludenti e richiedano ulteriori indagini su una popolazione più ampia, questo studio indica chiaramente l’importanza della distribuzione del grasso corporeo nel valutare il rischio metabolico legato all’obesità. Queste scoperte potrebbero avere implicazioni significative per lo sviluppo di interventi personalizzati e mirati per prevenire e gestire le complicanze metaboliche nell’obesità.

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