Microplastiche ed ecosistema

Si al pesce, ma senza plastica!
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Il rifiuto di plastica scaricato negli ambienti acquatici si degrada gradualmente in frammenti più piccoli, noti come microplastiche (MP), che variano in dimensioni da 0,05 a 5 mm. L’ubiquità delle MP rappresenta una minaccia significativa per gli ecosistemi acquatici e, di conseguenza, per la salute umana, poiché queste particelle vengono ingerite da vari organismi marini, tra cui zooplancton, crostacei e pesci, finendo per entrare nella catena alimentare umana. Questa contaminazione minaccia l’intero equilibrio ecologico, compresa la sicurezza alimentare e la salute dei sistemi acquatici. Di conseguenza, lo sviluppo di tecnologie efficaci per la rimozione delle MP è un’area critica di ricerca.

La revisione

Una recente revisione riassume i meccanismi e le strategie di rimozione delle MP dagli ecosistemi acquatici.

Le strategie che combinano pretrattamenti fisici e chimici con la degradazione microbica hanno mostrato promesse nel decomporre le MP. Microorganismi come batteri, funghi, alghe e specifici enzimi vengono impiegati negli sforzi di bonifica delle MP.

La plastica rappresenta una delle scoperte più cruciali nell’industria. Nel corso del tempo, lo scarico di MP di diversa origine negli ecosistemi acquatici è diventato un pericolo sempre più significativo per gli organismi viventi e l’ambiente. Considerati i numerosi impatti dannosi che i MP introducono nell’ambiente, in particolare negli ecosistemi acquatici, è fondamentale sviluppare approcci efficaci per mitigarne la prevalenza. I trattamenti delle acque sono strumenti ingegneristici critici che possono fornire soluzioni immediate per controllare, mitigare o addirittura eliminare l’inquinamento del MP, mentre le misure preventive rappresentano l’approccio più efficace alla bonifica del MP. Sebbene esistano prove limitate sui rischi per la salute posti dalle MP agli esseri umani, prove significative supportano i rischi ecologici presentati dalle MP per alcuni organismi acquatici e terrestri. Le MP potrebbero essere bonificate utilizzando varie tecniche fisiche, chimiche e biologiche. I microrganismi, inclusi batteri, funghi e alghe, nonché enzimi specifici, sofisticate tecniche molecolari e trattamenti con biomembrane, possono impegnarsi in strategie di bonifica delle MP. Tuttavia, esiste un’urgente necessità di far avanzare ulteriormente queste tecnologie. I nanomateriali incontrano numerosi ostacoli quando tentano di affrontare le carenze dei metodi convenzionali utilizzati nei processi di trattamento delle acque. In particolare, il passaggio al trattamento su larga scala e la garanzia della riproducibilità pongono sfide particolari.

Per ottimizzare l’efficacia e ridurre al minimo gli effetti avversi, è imperativo integrare le tecnologie di trattamento MP e sforzarsi di migliorare la qualità e le prestazioni delle alternative alla plastica, comprese le bioplastiche.

Significato clinico

È necessario applicare normative rigorose seguendo il principio della tripla R – Ridurre, Riutilizzare e Riciclare – per reimmaginare l’utilizzo dell’energia nucleare e mitigare gli effetti negativi dell’inquinamento di MP.

Le nuove imprese hanno il potenziale per contribuire allo sviluppo di un’economia circolare per la plastica attraverso la creazione di strutture per il recupero dei materiali, la promozione della raccolta differenziata dei rifiuti domestici e la facilitazione dell’integrazione comunitaria per i lavoratori impegnati nel settore informale della raccolta dei rifiuti.

 

Bibliografia : Sameh S Ali, Tamer Elsamahy, Rania Al-Tohamy, Jianzhong Sun

mar 4 giugno 2024
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