Sani per davvero


L’associazione tra l’assunzione di frutta, verdura e legumi con malattie cardiovascolari e decessi è stata ampiamente studiata in Europa, Stati Uniti, Giappone e Cina, ma sono disponibili pochi dati su Medio Oriente, Sud America, Africa o Sud Asia.
Lo studio
Nell’ambito dello studio PURE (Prospective Urban Rural Epidemiology) uno studio prospettico di coorte in 135335 persone di età compresa tra 35 e 70 anni senza malattie cardiovascolari arruolati da 613 comunità in 18 paesi a basso reddito, reddito medio e ad alto reddito in sette regioni geografiche, il folto gruppo di ricercatori ha documentato la dieta usando questionari di frequenza alimentari specifici per paese all’inizio dell’osservazione (dal 2003 al 2013).
Sono stati utilizzati questionari standardizzati per raccogliere informazioni sui fattori demografici, sullo stato socioeconomico (l’istruzione, il reddito e l’occupazione), lo stile di vita (fumo, attività fisica e l’assunzione di alcool), la storia della salute e l’uso di farmaci e la storia familiare di malattie cardiovascolari. Il periodo di follow-up variava in base alla data di avvio del reclutamento in ogni Paese.
I principali end point clinici sono stati la malattia cardiovascolare (definita come morte per cause cardiovascolari e infarto miocardico non fatale, ictus e insufficienza cardiaca), infarto al miocardio fatale e non fatale, ictus fatali e non fatali, mortalità cardiovascolare, mortalità non cardiovascolare e mortalità totale.
Così si sono valutate le associazioni tra consumo di frutta, verdura e legumi con il rischio di eventi di malattia cardiovascolare e mortalità.
Mangiar sano ripaga
I risultati hanno meritato la pubblicazione sul Lancet.
Complessivamente, l’assunzione media di frutta, verdura e legumi era di 3,91 porzioni al giorno.
Durante un follow-up mediano di 7,4 anni, sono stati documentati 4784 eventi importanti di malattia cardiovascolare, 1649 morti cardiovascolari e 5796 morti totali.
L’assunzione totale di frutta, verdura e legumi è stata inversamente associata alle malattie cardiovascolari, infarto miocardico, mortalità cardiovascolare, mortalità non cardiovascolare e mortalità totale nei modelli corretti per età, sesso e centro di studio.
L’HR per la mortalità totale era il più basso nel gruppo di partecipanti che ne consumavano tre o quattro porzioni al giorno (0 78, 95% CI 0 69-0 88) rispetto al gruppo di riferimento, senza ulteriori riduzioni apparenti in HR con un consumo più elevato.
Esaminata separatamente, l’assunzione di frutta è stata associata a un minor rischio di mortalità cardiovascolare, non cardiovascolare e totale, mentre l’assunzione di legumi è stata inversamente associata a morte non cardiovascolare e mortalità totale (in modelli aggiustati per le altre variabili). Per le verdure, l’assunzione di verdure crude era fortemente associata ad un minore rischio di mortalità totale, mentre l’assunzione di verdure cotte ha mostrato un modesto beneficio contro la mortalità.
Significato clinico
Insomma, è vero! Il consumo più elevato di frutta, verdura e legumi è associato ad un minore rischio di mortalità non cardiovascolare e totale. I vantaggi sembrano essere massimi per la mortalità non cardiovascolare e la mortalità totale con un consumo che va da tre a quattro porzioni al giorno (equivalente a 375-500 g / die).



- Dagli alimenti ai nutrientiGli alimenti assunti forniscono all’organismo i nutrienti e l’energia; i fabbisogni energetici e di nutrienti variano da persona a persona.