Nutrizione enterale e parenterale

La nutrizione artificiale interviene nel momento in cui il soggetto non è in grado di mangiare a sufficienza (temporaneamente o permanentemente) né in autonomia né se viene alimentato tramite modalità assistita. Per mezzo della nutrizione artificiale, che è caratterizzata da una serie di procedure, è possibile soddisfare i fabbisogni nutrizionali del soggetto e far fronte al mancato svolgimento delle sue funzioni fisiologiche.
La nutrizione artificiale è indicata:
- In presenza di malnutrizione o denutrizione:
- A seguito di interventi chirurgici (soprattutto se coinvolgono l’apparato digerente), cachessia, durante i cicli di chemioterapia e in caso di pazienti che richiedono una rapida reintegrazione di nutrienti e/o liquidi;
- Quando non è possibile alimentarsi:
- per esempio, in caso di pazienti in stato di coma;
- Quando c’è il rifiuto di alimentarsi:
- soggetti affetti da anoressia o demenza;
- In caso di difetti di digestione:
- traumi addominali, alterazioni dei processi di assorbimento e alterazioni gastroenterologiche (vomito o diarrea incoercibili);
- In caso di difetti di deglutizione e/o masticazione:
- quando, a causa di danni ossei e/o muscolari, alterazioni neurologiche o ortopediche, si verifica l’impossibilità di deglutire o masticare il cibo;
- Per prevenire lo stato ipercatabolico:
- in caso di pazienti con gravi ustioni o traumi, oppure quando i soggetti si trovano in terapia intensiva.
Esistono due tipi di nutrizione artificiale:
- la nutrizione artificiale enterale,
- la nutrizione artificiale parenterale.
La scelta della tipologia viene effettuata dal medico sulla base del quadro clinico del soggetto.
Nutrizione artificiale enterale: dal greco enteros, ovvero intestino, la nutrizione artificiale enterale è caratterizzata dalla somministrazione dei nutrienti direttamente nell’apparato digerente del paziente per mezzo di apposite sonde (sondino naso-gastrico, naso-duodenale e stomie).
Nutrizione artificiale parenterale: dal greco para-enteros, che significa fuori dall’intestino, prevede il trasferimento nella circolazione sanguigna di miscele nutritive tramite vena (utilizzando il catetere venoso o cannule), in caso di insufficienza intestinale acuta o cronica.
La differenza principale tra la nutrizione artificiale enterale e quella parenterale riguarda il metodo di somministrazione delle sostanze nutritive.
Il medico specialista segue precisi protocolli che servono ad assicurare che il trattamento sia sicuro, efficace e appropriato per il paziente.
Sia la nutrizione artificiale parenterale che quella enterale possono essere effettuate non solo in ospedale, ma anche a domicilio (se il quadro clinico e metabolico del paziente lo consente), e la somministrazione di entrambe le tipologie di nutrizione può avvenire per periodi più o meno lunghi.
Per i pazienti che hanno l’apparato gastrointestinale funzionante, ma che non riescono a ingerire oralmente un quantitativo sufficiente di nutrienti, è indicata la nutrizione enterale.
- Anemie
- Disordini endocrini e metabolici
- Disordini cardiovascolari
- Disordini epato-biliari
- Disordini del tratto urinario
- Disordini respiratori
- Disordini gastrointestinali
- Disordini della deglutizione
- Allergie alimentari
- Intolleranze alimentari
- Patologie della cute
- Estetica e salute
- Nutrizione e cancro
- Patologia post operatoria
- Artrosi e artrite
- Patologie del sistema muscolare
- Patologie neurologiche
- Malattie rare